CRIMINI E MALANIMI

Canzoni e altro dal cabaret degli anni ‘60, ‘70, ‘80, ‘90, ‘100.

Chi è fuori è fuori, chi è dentro (forse) è dentro

 

 

“Quasi sempre avere la pretesa di scrivere qualcosa di immortale è il sistema migliore per affossare quel po’ di buono che vi si può involontariamente celare.Viceversa, a dire esclusivamente ciò che si reputa immaginifico e sentito come parte del momento (ad esempio vituperare i portatori di assorbenti sottoascellari), ci sono buone possibilità di essere citati nei sussidiari per i quaranta anni a seguire”

(F. Bonora, II / VIII / MCMXCVII )

“Già”

 (N. Morali, III / VIII / MCMXCVII)

Ed è il caso del cabaret. Oltre una quarantina di anni fa, nulla di quel che ne uscì era progettato per reggere l’ingiuria del tempo e l’oblio delle epoche successive agli anni ‘60, ma prendere alcune canzoni e accostarle a pezzi di vecchi e nuovi autori dei decenni successivi non ha fatto altro che esaltarne le caratteristiche di durevolezza.

Dobbiamo dunque dare ragione a Giambattista Vico? Non sappiamo praticamente chi fosse costui e tantomeno cosa pensasse, nella nostra crassa ignoranza, ma dargli credito è reazionario e dargli contro è di sinistra (o almeno lo era): bisogna adeguarsi e fare delle scelte coerenti, almeno dal punto di vista del mercato. Un po’ del sano e decisionista pragmatismo pre-hammamettiano degli anni ‘80 non poteva non contagiarci.
     

Bene, abbiamo fatto la nostra figura, per ciò che concerne l’impegno, e soprattutto non ci siamo minimamente pronunciati. Nei sussidiari, se proprio ci tenete, andateci voi: noi preferiamo dire quello che pensiamo.

 

“Penso che Craxi fosse un ladro

(F. Bonora, ibidem)

“Peccato che non fosse da solo”

(N. Morali, ibidem)

 

Fabrizio Bonora ha, per scelta professionale, tediato e divertito il prossimo per oltre trent'anni ed è seriamente intenzionato a continuare malgrado l’età ormai matura. E’ stato talmente dappertutto e ha lavorato con tanta gente più o meno famosa che ormai si è stufato di raccontarlo in giro, tanto non gliene frega niente a nessuno.

 

Nicola Morali è un’altra cosa. Intanto sa suonare il pianoforte con grande destrezza e originalità (che F.B. ha cercato di limitare in tutti i modi), ha composto musica per teatro, danza e video, e con queste musiche sforna CD come se piovessero. Inoltre è un bravo arrangiatore e non si rifiuta di suonare quasi nulla.


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